Di Davide Campagnoli

Vorrei intervenire nel dibattito cittadino — ormai annoso — riguardante i lavori per la costruzione dei nuovi ponti levatoi sul Naviglio Pavese, spesso annunciati e puntualmente rinviati alle calende greche. Una vicenda che si trascina tra polemiche, rimpalli di responsabilità e schieramenti politici contrapposti.
Scrivo da cittadino qualunque, senza competenze tecniche o giuridiche, ma animato da un sincero desiderio di vedere prevalere il buon senso. È proprio da questa prospettiva semplice che nasce la mia riflessione.
Mi sembra francamente discutibile l’obbligo, imposto da una normativa regionale, di costruire esclusivamente ponti levatoi sul Naviglio. Un vincolo che si giustifica con l’idea, suggestiva ma a mio avviso utopistica, di renderlo nuovamente navigabile.
Mi chiedo: davvero si crede che esista oggi un concreto interesse, turistico o commerciale, a percorrere in battello il tratto tra la Certosa, Borgo Calvenzano o la Darsena fino alla foce sul Ticino? Peraltro, si tratta di un percorso che — senza nulla togliere al valore storico — non offre, almeno nella sua parte pavese, scorci paesaggistici di particolare attrattiva.
Anche volendo rendere navigabile il tratto, chi sarebbe disposto a investire in imbarcazioni turistiche per un’attività probabilmente sostenibile solo nei fine settimana e in pochi mesi all’anno? La prova è davanti a noi: sul Ticino, già navigabile, le iniziative di questo tipo sono rare e limitate.
Per questo motivo, credo sia lecito — e auspicabile — interrogarsi sull’opportunità di mantenere un vincolo così rigido e costoso come quello dei ponti levatoi. Forse un approccio più realistico e pragmatico, che consenta anche soluzioni meno onerose e più coerenti con le reali prospettive del territorio, gioverebbe a tutti: cittadini, amministrazioni e finanze pubbliche.
Concludo con una semplice proposta: che si riapra un confronto serio sulla possibilità di modificare la normativa regionale, ascoltando anche le voci di chi, come me, non ha interessi specifici, ma solo il desiderio di vedere la nostra città affrontare i problemi in modo concreto e sensato.

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